Fanno parte di questa categoria le sostanze in grado di esercitare azione stimolante sul sistema nervoso centrale, alcune adoperate a scopi terapeutici (anfetamina, metilfenidato) ed altre prive di qualsiasi uso in medicina in Europa.
La classe degli stimolanti o eccitanti è pittosto vasta e include sostanze diverse fra loro per tipologia di effetti, accomunate dal fatto di aumentare le prestazioni psicofisiche ed alcune funzioni biologiche.
Generalmente hanno effetti di vaso-costrizione, tendono a produrre un innalzamento della pressione sanguigna, del polso e/o della respirazione, eventualmente anche della capacità di attenzione, e/o della reattività emotiva o della percezione.
Sono incluse in questo gruppo sostanze naturali come la caffeina. Questa, contenuta nel caffè e nel cioccolato, è un esempio di blando stimolante. In grandi quantità però, può produrre, al pari di qualsiasi stimolante, assuefazione psichica ed alterazioni fisiologiche, a lungo termine può indurre sindromi psicotiche o peggiorare quelle esistenti, e alterazioni del comportamento.
Oltre alla caffeina, ci sono stimolanti molto più potenti, alcuni dei quali molto pericolosi e per questo illegali. Tra questi:
Hanno effetti eccitanti con una sensazione di immediata efficienza, vigilanza e sicurezza. Agli effetti piacevoli di breve durata segue però una sensazione di forte depressione e di disagio psichico.
In che modo esercitano i loro effetti sul cervello?
Gli stimolanti vanno ad alterare il sistema di comunicazione a livello cerebrale. Questo avviene attraverso il rilascio di sostanze chimiche, i cosiddetti neurotrasmettitori, tra i neuroni, le cellule del cervello.
Gli stimolanti agiscono in particolare su uno di questi neurotrasmettitori, la dopamina, la sostanza responsabile delle sensazioni di piacere e di benessere che proviamio; determinano un accumulo di questa sostanza a livello cerebrale. Il risultato è una intensa sensazione di piacere e di aumento dell'energia.
Un uso ripetuto tuttavia, compromette il funzionamento del sistema "dopaminergico" ossia quello deputato al rilascio della dopamina, e quindi in definitiva viene meno la capacità di provare piacere.
Per cercare di compensare alla mancata sperimentazione di sensazioni piacevoli si ricorre a maggiori quantità della sostanza, fenomeno questo noto come "tolleranza". Ciò porta inevitabilmente alla dipendenza, cioè la ricerca e l'uso costanti della sostanza nonostante gli effetti dannosi.
Oltre alla dipendenza, altri effetti derivanti dall'uso continuo sono: ansia, atacchi di panico, paranoia, aggressività, allucinazioni e gravi problemi mentali.